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Con "Raffaello. Opera prima", Brescia torna a dedicare, a distanza di trent'anni, una esposizione a Raffaello, del quale custodisce ben due opere, il Redentore benedicente e l'Angelo. Dopo le mostre "Giorgione e Savoldo. Note di un ritratto amoroso" e "Fra Bartolomeo. Sacra Famiglia a modello", si apre la terza e ultima tappa del ciclo "A Brescia opere da grandi musei. Rinascimento", attraverso il quale tre capolavori della Pinacoteca Tosio Martinengo sono stati messi a confronto con capolavori provenienti da prestigiosi musei italiani e stranieri, con l'obiettivo di porre l'attenzione sul valore della collezione civica. Il protagonista di questo ultimo episodio è l'Angelo di Raffaello Sanzio, frammento che proviene dalla pala Baronci, della quale rimangono anche altri preziosi brani sopravvissuti al terremoto del 1789 e oggi conservati al Museo del Louvre e al Museo Nazionale di Capodimonte. L'obiettivo del progetto è la ricostruzione della pala, proprio a partire dal magnifico volto che Brescia custodisce, riavvicinando gli elementi superstiti, il disegno preparatorio e l'unica copia esistente, realizzata alla fine del XVIII secolo dopo il terremoto.